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lunedì 2 aprile 2012

Brains, the mind as matter - una mostra molto pulp!



Sempre durante l’ormai famosa trasferta a Londra ho avuto la fortuna e il tempo di riuscire a visitare una mostra molto pulp – Brains: the mind as matter.
Poco prima di partire avevo letto un articolo su Repubblica che parlava di questa mostra gratis, allestita presso una biblioteca, la Wellcome Collection, che dichiara d'essere the free destination for the incurably curious.
E secondo voi, io che sono peggio di una scimmia, potevo non andare a vedere di cosa si trattava??
Da italiana avvezza a pagare sempre per qualsiasi cosa, mi sono avviata pensando di trovare 4 colonnine in croce con mezza didascalia di spiegazione. In fondo è gratis, pensavo, poi è organizzata in una biblioteca, figurati, ci sarà poco e niente da vedere. E invece arrivo e mi trovo questa mostra pazzesca, curata nei minimi dettagli e con una quantità di roba che ci sono rimasta dentro 4 ore, saltando il pranzo e rischiando di perdere l’aereo.
Brains. Si avete capito bene, il tema della mostra è il cervello. Anzi, per essere precisi, è il rapporto che l’uomo ha avuto nel corso degli anni con questo organo così complesso.
Per secoli infatti gli scienziati hanno portato avanti lo studio della frenologia nella convinzione che ci fosse una correlazione tra le caratteristiche morfologiche del cranio e la personalità o le qualità psichiche di un individuo.


La mostra comprende non solo materiale derivante da queste teorie ma anche tutta una serie di aggeggi e ammennicoli vari, video, opere d’arte, riproduzioni, nonché veri e propri cervelli in barattoli di vetro.



Le femministe saranno orgogliose di sapere che, a parte assassini e altri poveretti, c’è anche il cervello di una Suffragetta che lo donò alla scienza per dimostrare l’uguaglianza della materia grigia tra uomini e donne. Pure genius.
Cmq il pezzo di spicco di tutto l’ambaradan cervellotico è senza dubbio il frammento dell'encefalo di Einstein. Infatti, mentre il corpo fu cremato come da sua volontà, il cervello fu prelevato e tagliato in 240 pezzi al fine di analizzarlo, conservarlo e capire cosa rendesse l’intelligenza di questo scienziato così tanto superiore alla norma.
Al giorno d’oggi sappiamo che non esiste connessione tra la morfologia dell’organo e l’intelletto della persona, ciononostante l’archiviazione e l’analisi dei cervelli continuano, nella speranza di trovare spiegazione e cura per le malattie neurologiche degenerative come l'Alzheimer o il morbo di Parkinson. Ovviamente adesso c’è bisogno del consenso dei donatori, quindi se proprio volete avere una botta di generosità questa è una delle tante opzioni per fare beneficenza. :)
Ah, volevo precisare che questa non è una mostra adatta agli schifignosi, i cervelli ci sono per davvero, sapevatelo!
Altra insider news: se prendete il volantino all’ingresso c’è un coupon che vi dà diritto al 10% di sconto sull’acquisto del catalogo ;)

La mostra sarà visitabile fino al 17 Giugno, non vi resta che andare a dare un’occhiata per soddisfare il vostro lato più splatter! Enjoy!

http://www.wellcomecollection.org/

183 Euston Road
London NW1 2BE, UK

T +44 (0)20 7611 2222







Fatti di Londra, seconda puntata: mia cugina e gli omini di biscotto

Non ho mica finito di raccontarvi le genti e le cose di Londra eh!  E no, troppe ce ne stanno da dire! Tipo che dopo anni e anni ho rivisto mia cugina. Mia cugina è più giovane di me di qualche anno ed è l’unica altra femmina di un totale di 8 nipoti. Questo ci tengo a dirlo perché non avendo sorelle ci ho sempre sperato un poco di poter avere la cugina del cuore. E invece quella, già da piccolissima, mi mordeva e io la temevo più del diavolo. Però allo stesso tempo l’ho sempre ammirata perché sapeva il fatto suo. Coi capelli rossi e la pelle bianchissima non poteva che finire a Londra. Ci si è trasferita a poco più di 20 anni per uscire dal provincialismo ed inseguire i suoi sogni d’artista bohémien.  La cosa meravigliosa è che dopo anni di notti passate a fare la cameriera al Caffè Nero s’è iscritta ad un college di belle arti e ha lasciato tazze e tazzine per mettersi a fare la fotografa. Adesso esce fuori che sta cercando di organizzare la sua prima personale e, giuro, se ci riesce le dedico un megapost! Cmq è stato davvero bello, perché forse per la prima volta ci ho parlato veramente con mia cugina e ci siamo fatte le confidenze come si fa tra ragazze quando ci si vuole bene. A ripensarci quasi mi commuovo.
Sulla scia di questo sentimentalismo vi confesso che io posso essere tanto stronza quanto sensibile e può volerci niente per farmi emozionare. Tipo che a sto giro mi sono fatta intenerire dagli omini di biscotto. Eh, penserete voi, che ci sta di tanto speciale nei biscotti che addirittura ti fanno emozionare?? Ora vi dico.
Londra, come tutti saprete, non brilla per tradizione culinaria però in compenso ci hanno il culto del tè delle 5.  Questa usanza ha sviluppato il favoloso indotto dei biscotti, che vuol dire che se ne possono trovare a palate, di mille forme e fattezze diverse e più fantasiose che mai. Tra tutti i biscotti mi sono ritrovata a fare amicizia con la grande famiglia dei Jolly Gingers by Biscuiteers… mi hanno fatto troppa simpatia! Ci sono i Love Gingers, che sono omini biscotto molto romantici che sanno corteggiare le donne come si usava fare un tempo, poi ci sono i Working Gingers che pure loro li ho sentiti parlare della crisi ma cmq non perdono il sorriso, poi ci sono quelli che come la cicala pensano solo a divertirsi perché la vita è breve e non sai mai quale tazza di tè ti aspetta e poi tanti altri ancora. Se anche voi volete fare amicizia con questi buffi e simpaticissimi omini potete trovarli online …Tra un poco arriva Pasqua e c’è anche l'omino che vi regala l’uovo di cioccolata ;)

http://www.biscuiteers.com/
18 Stannary Street, London, SE11 4AA
T: +44 (0) 8704 588 358


venerdì 30 marzo 2012

Fatti di Londra, Oscar Wilde e previsioni del tempo.

Voglio chiarire una cosa: non è che siccome il post precedente era quello della sincerità adesso mi metto a scrivere le bugie. No no, io fondamentalmente sono una persona onesta, mica mi son messa a scrivere per gabbarvi.
Anzi c’ho un bel po’ di fatti da raccontarvi che son tornata ieri da Londra e quando si va a Londra si vedono un sacco di genti e si fanno un sacco di cose.
A Londra ci sono andata per lavoro, una due giorni veloce, e la cosa bella di quando viaggio per lavoro è che magari non ho tempo per vedere niente però gli alberghi dove dormo sono sempre fichissimi (bisogna dirlo che ogni tanto questa vita impiegatizia ha dei risvolti positivi… ).
Questa volta ho alloggiato al Cadogan Hotel in Sloane Street nel puzzonissimo e snobbissimo quartiere di Chelsea (Knightsbridge).  Costruito nel 1887, questo albergo affascina non solo per l’elegante edificio storico ma anche e soprattutto per gli aneddoti legati alle sue stanze… Era qui infatti che il futuro re d’Inghilterra Edward VII incontrava l’attrice Lillie Langtry per piccanti rendez-vous e sempre qui era solito alloggiare ai tempi il famoso Oscar Wilde.  A proposito del nostro amico Oscar si narra che nel lontano 6 Aprile del 1895 la room 118 fu teatro del suo arresto per “atti osceni” (ma lo sappiamo tutti che ce l’avevano con lui perché ci ha avuto le esperienze omosessuali…).  Se poi volete avere pure i dettagli su com’è andato questo fatto dell’arresto, John Betieman ci ha scritto una bella poesia che recita così:
The Arrest of Oscar Wilde at the Cadogan Hotel
By John Betjeman
He sipped at a weak hock and seltzer
   As he gazed at the London skies
Through the Nottingham lace of the curtains
   Or was it his bees-winged eyes?
To the right and before him Pont Street
   Did tower in her new built red,
As hard as the morning gaslight
   That shone on his unmade bed,
“I want some more hock in my seltzer,
   And Robbie, please give me your hand—
Is this the end or beginning?
   How can I understand?
“So you’ve brought me the latest Yellow Book:
   And Buchan has got in it now:
Approval of what is approved of
   Is as false as a well-kept vow.
“More hock, Robbie—where is the seltzer?
   Dear boy, pull again at the bell!
They are all little better than cretins,
   Though this is the Cadogan Hotel.
“One astrakhan coat is at Willis’s—
   Another one’s at the Savoy:
Do fetch my morocco portmanteau,
   And bring them on later, dear boy.”
A thump, and a murmur of voices—
    (”Oh why must they make such a din?”)
As the door of the bedroom swung open
   And
TWO PLAIN CLOTHES POLICEMEN came in:
“Mr. Woilde, we ‘ave come for tew take yew
   Where felons and criminals dwell:
We must ask yew tew leave with us quoietly
   For this is the Cadogan Hotel.”
He rose, and he put down The Yellow Book.
   He staggered—and, terrible-eyed,
He brushed past the plants on the staircase
   And was helped to a hansom outside.
 Questa poesia è una manna per i curiosi come me perché ci stanno dentro un sacco di rimandi ad altri fatti. Tipo: non siete curiosi di sapere chi era Robbie? E allora leggete qui.  Poi scusate, non vi viene voglia di capire che libro era sto yellow book? Allora scopritelo qui. E così via dicendo.
Cmq, tornando al punto di partenza, a me questa cosa di pensare che ho dormito nello stesso posto dove dormiva Oscar Wilde mi piace proprio assai perché lui ancora oggi è uno dei miei scrittori preferiti. Poi, manco a dirlo, Il ritratto di Dorian Gray è in cima alla top ten dei libri che hanno cambiato la mia vita. Io lo so che questo post è già troppo lungo, che sto divagando troppo e che avrei ancora tanti fatti e tante genti da raccontare, ma ve lo devo spiegare in che modo Dorian Gray e il suo ritratto hanno cambiato la mia vita. Dunque, così come Picasso ha avuto il suo periodo blu, poi quello rosa etc etc , io tra i miei tanti periodi ho avuto pure quello Oscar Wilde. Il che vuol dire che ho letto tutto il leggibile, visitato i luoghi della sua vita (compresa la prigione a Reading), imparato a memoria gli aforismi e addirittura recitato qualcuno dei suoi pezzi teatrali. Ma Dorian più di ogni altra cosa ancora oggi me lo porto dentro perché ogni qual volta mi capiti di compiere delle malefatte - tipo quando non vado a trovare mia nonna o quando mi affretto a lasciare il vicino fuori dall’ascensore - io m’immagino la mia anima che s’imbruttisce. Me l’immagino talmente tanto imbruttita  che mi viene voglia di tornare giù a prendere il vicino e offrirgli pure un caffè. Ecco. Diciamo che Dorian è una specie di grillo parlante (e qui si potrebbero aprire delle discussioni sull’intertestualità che forse è meglio evitare…) che oramai fa parte di me e non me lo riesco a togliere di torno. Mannaggia a Dorian.
E niente, tutto è partito da un albergo che ci ha dentro un sacco di storie ma storie a parte c’è un’altra cosa che mi piace di questo posto. Cioè che sul cuscino, oltre al cioccolatino della buona notte ti ci mettono il foglietto con le previsioni del tempo per il giorno dopo. E io sorrido e penso che certe chicche, solo a Londra. Ah, la mia adorata Londra… !


http://www.cadogan.com/
75 Sloane Street - London, SW1X 9SG - UK
T: 44 (0)20 7235 7141