giovedì 12 aprile 2012

La Scala under 30 – Non è un teatro per vecchi

Quando si nomina il Teatro alla Scala vengono subito in mente gli stucchi dorati, i drappeggi scarlatti, i ballerini volteggianti, le orchestre sinfoniche e le vecchie 'sciure' ingioiellate col capello acconciato per l’occasione.
Secondo me pure quelli che ci lavorano lo sanno che nell’immaginario collettivo è compreso di default il capello da bigodino. E allora che hanno fatto quelli della Scala, hanno deciso di ringiovanirsi, di farsi una specie di lifting.
Ora, immaginatevi  questo magnifico teatro settecentesco dove hanno risuonato le note dei più grandi… Rossini, Verdi, Toscanini… Poi togliete tutto e metteteci le canzoni di Vasco Rossi.
Vedete, la chirurgia plastica può fare più danni che l’esplosione di Fukushima.
Sto parlando de “L’altra metà del cielo”, il balletto in programmazione in questi giorni di cui sicuramente avrete già sentito parlare perché ha praticamente infestato tutti i tg, i giornali e ora anche il mio miserrimo blog (e qui farei un grande applauso al dipartimento di marketing e comunicazione del teatro eh!).
Per carità, io non voglio togliere nulla a Celso Valli che pure ha fatto un grande lavoro di orchestrazione e tantomeno voglio criticare Martha Clarke che ha saputo creare una coreografia molto avant garde, a tratti surrealista. Anzi ci sono stati momenti talmente tanto emozionanti che come a pretty woman mi si sono aggrovigliate le budella.
Io voglio solo dire che non c’era bisogno del Blasco alla Scala per combattere il capello da bigodino.
Se ci pensate bene le drammaturgie di certe opere e/o balletti non hanno nulla da invidiare ad un film dei fratelli Coen: condanne a morte, duelli, suicidi e assassinii. Per non parlare delle figure femminili che spesso e volentieri sono tutt’altro che sesso gentile. Tipo che Tosca ammazza il capo della polizia. Giselle diventa un fantasma e fa morire gli uomini di paura. Violetta che tanto voleva essere amata da Alfredo in realtà era una cortigiana (che in altre parole vuol dire… vabbè avete capito).
Allora vi chiederete io che ci sono andata a fare a vedere sta cosa di Vasco. È che siccome che mi piaceva l’idea di andare a vedere i tutù e i tizi in calzamaglia, alla Scala mi ci sono fatta l’abbonamento per il balletto.
Adesso però non vi pensate che pure io voglio fare la parte della nobildonna con la pelliccia di ermellino. No no, ho fatto l’abbonamento quello per i 'ggiovani'. Che voi forse non lo sapete ma esiste La Scala under 30, il programma pensato per chi non ha superato la soglia del tre.
E questa si che è una bella iniziativa per propiziare il rinnovo generazionale!
La scala under 30 infatti permette di avere tutta una serie di agevolazioni: promozioni speciali sugli spettacoli, visite guidate organizzate in esclusiva, sconti vari e abbonamenti a prezzo ridotto. In più per gli abbonati, ogni spettacolo è preceduto da un’introduzione ed un ricco aperitivo.
Quindi finchè siete in tempo vi consiglio di approfittarne perchè, Vasco a parte, La Scala under 30 è un modo per avvicinarsi all’arte di un così grande teatro senza dover  firmare delle cambiali a vita.
GGiovani, accorrete numerosi!